Un Vescovo ringrazia il Papa per il motu proprio

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Motu proprio:
il vescovo di Frosinone – Veroli – Ferentino
scrive ai fedeli e al S.Padre

In occasione della pubblicazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum", sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970 e in particolare circa la possibilità di usare i testi del Messale latino di S. Pio V, Mons. Vescovo ha voluto indirizzare ai fedeli della Diocesi la seguente lettera:

Carissimi fratelli di questa amata Diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino,

ho ricevuto lo scorso 19 luglio, il testo del Motu proprio "Summorum Pontificum" con cui il Santo Padre Benedetto XVI ha promulgato la opportunità di celebrare la S. Messa
secondo il rituale di S. Pio V nella edizione voluta dal B. Giovanni XXIII.

Ciò che mi ha colpito in questa pubblicazione sono alcune pagine che, sono pubblicate in appendice al Motu proprio, con le quali il Santo Padre si rivolge direttamente a noi Vescovi, chiedendoci di condividere la sua ansia pastorale e il suo amore per l'unità della Chiesa.

Ho ritenuto perciò importante rispondere al Santo Padre a nome di tutta la Chiesa
di Frosinone – Veroli – Ferentino, con il testo che qui di seguito viene pubblicato.

Vi esorto ad accogliere di buon animo le indicazioni del nostro Pastore,
nella ricerca del bene comune e della comunione tra tutti noi e vi benedico dal profondo del cuore.

Frosinone 25 luglio 2007

+ Salvatore Boccaccio

Questo, invece, il testo della missiva indirizzato a Papa Benedetto XVI:

 

Frosinone 25 luglio 2007

Beatissimo Padre,

a nome mio personale e a nome di questa Chiesa di Frosinone – Veroli – Ferentino che mi è affidata, sento il bisogno di esprimere i più devoti ringraziamenti per il Motu proprio "Summorum Pontificum" con cui Vostra Santità ha voluto offrire alla Chiesa l'opportunità di utilizzare nella celebrazione della S. Messa il venerabile rito in lingua latina promulgato da San Pio V e nuovamente edito nel 1962 dal Beato Giovanni XXIII.

Comprendo pienamente lo sforzo di Vostra Santità di operare, anche per mezzo del Motu Proprio, una riconciliazione interna nel seno della Chiesa attraverso una illuminata disposizione che, mentre nulla rinnega della ricchezza apportata alla Liturgia dal Concilio Vaticano II, ribadisce la sacralità e la dignità di una forma celebrativa che costituisce un intramontabile patrimonio a cui sarebbe insano rinunciare.

Condivido poi senza riserve, l'intuizione di Vostra Santità circa le due forme di celebrazione della Liturgia romana che, laddove vissute in piena comunione ecclesiale e senza pericolosi preconcetti e chiusure, potranno arricchirsi a vicenda favorendo uno stile celebrativo che, senza cedere al formalismo, salvaguardi, insieme all'attiva partecipazione di tutti i fedeli, la dignità delle celebrazioni. Voglio poi esprimerLe, Santo Padre, tutta la mia riconoscenza per il tono affettuosissimo e paterno con cui si è rivolto a noi Vescovi nella lettera che ha accompagnato il documento.

Ho interpretato questa confidenza come una commovente espressione di quella Collegialità che ci rende unum in Christo.
In piena unione con il mio Presbiterio Le garantisco, Padre Santo, che nelle situazioni concrete sapremo far tesoro delle preziose indicazioni offerteci dal Motu Proprio, e nello spirito vero del Concilio Vaticano II, sapremo unire nova et vetera nel canto d'amore eterno che è la Liturgia.

Nel porgere a Vostra Santità i miei filiali saluti, invoco per questa mia Chiesa particolare l'apostolica benedizione come sostegno ed incoraggiamento ad essere sempre più nel nostro agire e nel nostro essere "un Sacrificio vivente gradito a Dio", una Lode vivente al Signore!

+ Salvatore Boccaccio
Vescovo