IL SACERDOTE E LA TRANSUSTANZIAZIONE

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LA TRANSUSTANZIAZIONE
di Don Dolindo Ruotolo

Gesù sta nel Cielo con la Sua vita, con la Sua essenza ammirabile, che è la Sua medesima vita. La Sua sostanza attrae la sostanza del pane e del vino; tutti gli atomi di queste sostanze si orientano verso Gesù e nello orientarsi perdono la loro speciale vita e vi rimane solo la sostanza di Gesù Cristo.
Quando consacri, pensa che il Cielo si è aperto e Gesù ti avvolge tutto. Tu hai in mano il calice della vita e l'ostia di pace, e devi tu pure farti attrarre da Gesù.
Devi essere come il fonditore, che non può fondersi nella fornace, dove il calore muta il ferro in liquido brillante, ma ciò non per tanto, è tutto avvolto dal calore della fornace.
Come puoi tu sorreggere l'ostia che si transustanzia, mentre tu rimani quello che eri? È vergognoso che tu pronunzi le parole dell'Onnipotenza, e rimani nel fondo della tua mostruosa miseria…
Un Sacerdote deve essere più prezioso del calice d'oro. Se si deve accogliere una gemma, non le si prepara il letto d'oro?
Come puoi tendere al Cielo le tue mani e accogliere Gesù Cristo se non sono sante? Incastonerai tu nel piombo la perla divina?
Gesù si dà con tanto amore e non ha bisogno di apparati: l'oro nel quale vuol venire è il nostro cuore pieno di amore ed il corporale candido che lo accoglie è la nostra innocenza.

Sac. Dolindo Ruotolo