qui a lato: Sant'Annibale Maria di Francia (1851-1927), presbitero
Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins
Verso le vette della Santità Sacerdotale
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Preparazione alla morte
IL «DIES IRAE» DEL SACERDOTE
Appello alla bontà di Gesù.
Preces meae non sunt dignae. Sed tu bonus fac benigne. Ne perenni cremer igne.
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Alla vigilia della vostra morte, o Gesù, rivolgeste agli Apostoli questa raccomandazione: Vigilate et orate (Mat., 26, 41), premunendoli così contro il pericolo della tentazione; e aggiungeste: Spiritus quidem promptus est, care autem infirma…
Alla vigilia della morte!… Forse ci sono già! Verrà un giorno in cui ci sarò senza saperlo; chi mi dirà che è giunto quel giorno? Nessuno. E tuttavia sarà di una gravità somma, molestato da tentazioni delicatissime, per il fatto che l'anima mia dovrà subire gli ultimi assalti del nemico; quanto mi saranno allora necessarie vigilanza e preghiera!
Ma preghiera non è già vigilanza? Per preservarmi dalle illusioni dello spirito e dalla debolezza della carne, voglio fin d'ora e in ogni giorno della mia vita, ripensando alla mia ora estrema, dirvi ciò che mi auguro di potervi dire in quel punto. Poiché sono e voglio essere sincero nella mia supplica, accettate, Gesù mio, che l'impotenza stessa della mia agonia Ve la esprima silenziosamente.
— Preces meae non sunt dignae.
Dio mio, Voi avete pietà degli umili: Cor contritum et humiliatum non despicies (Ps., 50, 18). Dovrei durar fatica ad esserlo riflettendo che sono un nulla e un nulla peccatore?
La preghiera vien formulata dalle labbra, ma è un grido del cuore è getta l'anima ai piedi del vostro trono.
Che labbra sono le mie? Non debbo ripetere col Profeta e con più ragione: Vir pollutus labiis ego sum? (Isai., 6, 5). Ne avete raccolto soltanto parole di adorazione, di carità?
Che cuore è il mio? In certe ore nefaste, un vento infernale vi ha insinuato la polvere che mi ha reso simile a quell'uomo di cui Ezechiele dice: et posuerit idola sua in corde suo (Ezech. 14, 7); se pur non mi ha fatto somigliare a quell'altro qui posuerit immunditias in corde suo! (Ezech., 14, 4). Alla luce folgorante della eternità, non s'attenua la bruttezza del peccato, anzi meglio appare la sua abbominazione!
Che anima è la mia? Non forse vi ho ingannato privandovi della glorificazione che ne attendevate, non offrendovi in cambio che sterilitatem animae meae?
Ecco, il salmista mi dice: Quis ascendet in montem Domini, aut quis stabit in loco sancto ejus? Innocens manibus et mundo corde (Ps., 23, 3). S. Paolo insiste: Levantes puras manus sine ira et disceptatione (1 Tim.. 2, 8). L'anima mia è gravata da miserie, le mie mani portano tracce oscure.
No, non merito d'essere ascoltato: Non sum dignus vocari filius tuus (Luc, 15, 19). La mia preghiera è un mormorio che vi annoia, invece d'intenerirvi. Nulla posso, mio Signore, ma Voi tutto potete.
— Sed tu bonus fac benigne. Signore, Voi siete buono: Confitemini Domino quoniam bonus (Ps., 105, 1); siete bontà per essenza. Con chi eserciterete la vostra bontà se non verso colui che ne ha maggior bisogno? E chi ne ha più bisogno del povero, del miserabile?
Guardatemi, ve ne scongiuro: Ne in furore tuo arguas me. Non irritatevi contro di me. Come Giobbe vi dirò: Contra folium quod vento rapitur, ostendis potentiam tuam (Job., 13, 25). Sono stato debole, infelice… ma sono stato malvagio come coloro di cui avete detto: Malos male perdei? (Mat., 21, 41).
Mi avete amato molto, troppo, nimiam caritatem, ed io non ho avuto cuore; ma imploro il vostro amore longanimis et multum misericors (Ps., 102, 8). Pietà di me, siatemi benigno: sono il vostro sacerdote che a Voi ritorna. Ne repellas in finem (Ps., 43, 22). Consacrato nel vostro amore, oso scongiurarvi: pietà del vostro amore!
— Ne perenni cremer igne. V'è un inferno, lo so; e più si cade dall'alto, più si precipita profondo… Rabbrividisco di spavento al solo pensiero dell'inferno del sacerdote: Horrendum est incidere in manus Dei viventis! (Hebr., 10, 31). Angelo decaduto, re scoronato, che diverrà il prete fra le torture di quelle fiamme, alimentate dell'amore trasformato in odio?
— O Gesù, poiché durante tutta la mia vita mi sarò prostrato ai vostri piedi, umile e confidente, fate che nell'ultima ora si verifichi in forma nuova la visione di cui parla l'apostolo: Benignitas et humanitas apparuit Salvatoris (Tit., 3, 4). Voglio contemplare ogni giorno la vostra misericordia per goderne eternamente!