Abbandono a Gesù

""qui a lato: Beato Pablo José Nardini (1821-1862), presbitero

 

 

Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins

Verso le vette della Santità Sacerdotale

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Preparazione alla morte
IL «DIES IRAE» DEL SACERDOTE

Abbandono a Gesù.

 

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Mio Dio! il lavoro quotidiano mi assorbe interamente, il ministero occupa, preoccupa tutte le mie facoltà; stanco tìsicamente, abbattuto moralmente, ho appena le forze e il tempo di pensare a me stesso. Giungo ogni giorno a sera senza aver fatto quanto avrei voluto, e forse neppure quanto avrei dovuto… E m’avanzo così verso la grande sera. Non vi sono già? non mi capiterà improvvisa, in un attimo, avvolgendo d’un tratto tutto nelle tenebre? Nessuno me ne avvertirà perché, Signore, Voi avete detto che nessuno può dirlo: Nescitis diem neque horam (Mat. 25, 13); anzi ch’io ne sarò sorpreso: Qua hora non putatis Filius hominis veniet (Luc. 12, 40).

Davanti a sì terribile incertezza ricordo la vostra parola, che è luce e raggio di speranza… Filius hominis veniet! Voi verrete o Maestro, Rabbonì, Voi che al dire di S. Giovanni mi siete avvocato se pecco! Voglio dunque abbandonarmi alla confidenza, contare sulla vostra misericordia, credere al vostro amore per i sacerdoti: vos dixi amicos, e fin d’ora vi rivolgo per quella sera misteriosa, la prece liturgica:

Oro supplex et acclinis

Cor contritum quasi cinis

Gere curam mei finis.

Mi prostro, Signore, umile e supplichevole! Durante il vostro pellegrinaggio terreno vi ho contemplato trattare con benevolenza quanti si presentavano a Voi in tale atteggiamento. Poi con il mio sacerdozio, vi ho misteriosamente aiutato a usare la vostra benevolenza quale trasmettitore ufficiale delle vostre grazie, apportatore della vostra luce, dispensatore del vostro perdono. Non tratterete dunque benevolmente anche me?

Si spezza il mio cuore sotto la forza del pentimento, pare si dissolva fino a ridursi in cenere! Avete detto di non saper respingere uh cuore contrito e umiliato. Oh, buon Maestro, in nome vostro ho accolto con bontà i peccatori pentiti; nel vederli confusi ai miei piedi, ho detto loro: Ego te absolvo! Voi avete detto ancora: In mensura qua mensi fueritis remetietur vobis! (Mat.-7, 2). M’è dolce pensarlo in questo momento! M’assolverete dunque misericordioso!

A Voi affido la mia ora estrema! Mi sono adoperato per confortarla a tante anime, a gloria vostra! Perché non vi dirò: Clarificafi consumatavi quod dedisti mihi, manifestavi nomen tuum hominibus? (Ioan. 17, 1).

Lacrymosa dies illa Qua resurget ex favilla!

Sarà tutto gemito e dolore il giorno in cui risorgeranno dalla polvere quei che non furono vostri amici. Ricordate, o Gesù, ch’io sono l’amico da Voi prescelto! Purificatemi ora di tutto il mio passato. In avvenire preservatemi dall’ombra stessa della colpa e fate che, nel momento dell’ultima chiamata risuoni all’anima mia la parola dell’Apostolo meditata e predicata da me le mille volte: Surget in gloria! (1 Cor. 15, 43). In quell’ora di pianto, mi conceda la vostra bontà di sperimentare la parola del prediletto fra i vostri primi sacerdoti: Neque luctus, negue clamor, neque dolor erit ultra! (Apoc. 21, 4).

Judicandus homo reus! Huic, ergo, parce Deus!

Misero colui che allora subirà il giusto giudizio dell’eterne vendette! Perdono, Signore, perdono per lui se ancor v’è tempo. E’ proprio del mio sacerdozio gridare parce! per il colpevole.

Ma se imploro per altri la vostra pietà, voi non vorrete privarne me stesso. Mi giustificherete anticipatamente, o Signore, e non consentirete sia giudicato, o piuttosto condannato l’uomo da Voi annoverato fra coloro dei quali avete predetto che sederanno super sedes, judicantes duodecim tribus Israeli (Mat. 19, 28).

— Sacro Cuore di Gesù, confido in Voi! Conosco il mio nulla, la mia miseria… ma quante volte ho ripetuto: De stercore erigens pauperem, ut collocet eum cum principibus populi sui! (Ps. 112, 6). Collocato quaggiù fra i principi del vostro popolo, lo sarò in eterno per bontà vostra anche lassù. Amen.