SACERDOTE CON CRISTO SACERDOTE E VITTIMA

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SACERDOTE CON CRISTO
SACERDOTE E VITTIMA
 Corso di teologia spirituale per sacerdoti
del P. R. GARRIGOU-LAGRANGE, O. P.

PONTIFICIO ISTITUTO INTERNAZIONALE
"ANGELICUM"
 
R. GARRIGOU-LAGRANGE, O. P.
 
SACERDOTE CON CRISTO
SACERDOTE E VITTIMA
 
Corso di teologia spirituale per sacerdoti
 
 
Traduzione italiana a cura delle
MONACHE BENEDETTINE
Monastero di S. Paolo
 
TORINO                 MARIETTI                 ROMA
(20-III-50).


Attente examinavimus opus Patris Reginaldi Garrigou-Lagrange O. P. Magistri in S. Theologia, De unione sacerdotis cum Christo sacerdote et victima.

NIHIL OBSTAT

Romae, Angelico, 20 Maii 1948.
 F. M. BROWNE O. P., S. Th. Mag.
F M. Ros. GAGNEBET O. P., S. Theol. Doctor.
 
Imprimi potest
Romae, S. Sabina, die 31 maii 1948.
P. E. SUÁREZ, O. P. Mag. Gen.
 
Imprimatur
Casali, die 20 iunii 1948,
Can. L. ODDONE, Vic. Gen.


ALLA SANTA MADRE DI DIO
CON ANIMO GRATO
E FILIALE OBBEDIENZA
L'AUTORE CON VERA GIOIA
DEDICA.


INTRODUZIONE [1]

Due anni fa abbiamo dato alle stampe la breve opera De sanctificatione Sacerdotum secundum nostri temporis exígentias (Torino, Marietti) [2] e recentemente ne è stata fatta una nuova edizione. In essa abbiamo trattato soprattutto della necessità di una fede più profonda da parte dei fedeli per resistere ai gravissimi errori dell'età presente, specialmente al materialismo e all'ateismo comunista, ed anche da parte del sacerdote perchè possa comunicarla al popolo cristiano. In quest'opera precedente abbiamo perciò parlato dell'obbligo che ha il sacerdote anche secolare, o diocesano come si dice oggi, di tendere alla perfezione cristiana e abbiamo esposto la sublimità dì tale perfezione secondo le beatitudini evangeliche che la esprimono già in modo concreto e secondo il massimo precetto dell'amore di Dio e del prossimo. Abbiamo notato con insistenza che la perfezione della carità cade sotto questo precetto, non come materia, cioè non come cosa da compiersi immediatamente, ma come fine a cui tutti i fedeli devono tendere ciascuno secondo le proprie condizioni, molti nello stato coniugale, altri nella vita sacerdotale, altri ancora nello stato religioso, siano o no sacerdoti. Se perciò i semplici fedeli devono tendere continuamente nella propria condizione ad amar Dio ed il prossimo sempre più ed aspirare alla piena perfezione della carità che si attua nella patria celeste, tanto maggiormente vi devono tendere i sacerdoti per essere veramente la luce del inondo e il sale della terra.
Ora in questa nuova opera Sacerdote con Cristo sacerdote e vittima, parlando della vita interiore del sacerdote e della sua attività propriamente sacerdotale, vorrei mostrare soprattutto tre cose:
1° Che oggi come un tempo il sacerdote deve sempre avere avanti agli occhi le parole del Salvatore: «Cercate adunque in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia: e avrete di soprappiù tutte queste cose» (ossia il vitto e il vestito) (Mt. 6, 33). In altre parole bisogna cercare, prima di tutto nell'intenzione, oggi come ieri, non la felicità terrena dei popoli che si devono liberare da ogni oppressione, ma la vita eterna, il regno di Dio, perchè il fine ultimo deve essere il primo nella intenzione benchè venga per ultimo nell'attuazione; e per questa attuazione un certo grado di felicità terrena ci aiuta ma soltanto se subordinata al fine ultimo.
In passato i sacerdoti della Sinagoga fallirono nella loro missione per l'errore del messianismo temporale, secondo il quale il Messia avrebbe dovuto instaurare il regno di Israele sulla terra; ora, come constatano parecchi vescovi di varie regioni, vi è un altro pericolo in certo qual modo simile, il pericolo di un altro messianismo temporale per sollevare le condizioni degli operai. Alcuni anni fa vi era il difetto opposto: molti trascuravano l'apostolato degli operai. Ora in questo apostolato vi è il pericolo del naturalismo. Questo fu l'errore di Lamennais: a poco a poco si allontanò dalla considerazione del vero fine ultimo della Chiesa, ossia la vita eterna, e parlò sempre più come se la Chiesa avesse per scopo la felicità temporale dei popoli e la loro liberazione da ogni schiavitù. Questo viene dimostrato chiaramente nel Dictionnaire de Théologie catholique [
3], di A. Fonck. Il germe di tale errore era già in Lamennais prima della sua apostasia, ma apparve più evidente più tardi nel libro Les paroles d'un croyant, che è una specie d'imitazione naturalistica del Vangelo sotto l'influsso della dottrina di G. G. Rousseau e del romanticismo. Alla fine della sua vita Lamennais negò la distinzione fra l'ordine della grazia e l'ordine della natura; e già fin dall'inizio riduceva la fede necessaria per la salvezza al senso comune ossia alla ragione naturale di tutti i popoli, cioè dell'umanità, la quale fede egli credeva provenisse dalla rivelazione primitiva.
Si corre oggi un pericolo pressochè simile, come mi hanno detto recentemente parecchi Vescovi, vale a dire un pericolo di messianismo temporale, da parte di coloro che, volendo portare rimedio ai mali presenti, vorrebbero battezzare il marxismo, ossia il comunismo, pensando troppo alla felicità temporale dei popoli e non abbastanza alla vita eterna, ossia al fine ultimo che però deve essere il primo nella intenzione, e voluto efficacemente, non soltanto con una qualche velleità inefficace. Soprattutto nella vita sacerdotale per poter compiere azioni soprannaturali e fruttuose, bisogna sempre rinnovare questa prima intenzione rivolta al fine ultimo, perchè dalla sua efficacia dipendono tutte le altre intenzioni, decisioni a azioni a lei subordinate. Per questo Cristo diceva: Cercate dunque in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia e avrete di soprappiù tutte queste cose, vale a dire tutto questo, il vitto, il vestito, ed anche una certa felicità temporale dei popoli, senza però la eliminazione della croce che bisogna portare ogni giorno in questa vita terrena. Il sacerdote cattolico deve avere questo davanti agli occhi, per poter giungere alla vera unione con Cristo sacerdote e vittima ed affinchè il suo apostolato rimanga soprannaturale e fecondo.
Vorrei particolarmente insistere su questa verità, che Cristo Salvatore e Sacerdote è venuto soprattutto a manifestare l'amore di Dio verso gli uomini che avevano bisogno di redenzione, vale a dire è venuto perchè abbiano vita e l'abbiano sovrabbondante. Cioè possiedano la piena vita della eternità, alla quale è ordinata la grazia, che è seme della gloria. Questa vita sovrabbondante supera di gran lunga qualunque felicità terrena, e i buoni cristiani ne gustano un inizio anche tra le difficoltà della vita presente, in questo senso (negato dal comunismo): beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici ed anche quelli che soffrono persecuzione per la giustizia. Tutti questi hanno ricevuto la vita e vita copiosa, quale inizio di quella eterna.
Bisogna che il sacerdote dica questo a tutti perchè deve sempre richiamare alla mente, contro gli errori del protestantesimo e del giansenismo le parole di S. Agostino, citate nel Conc. Tridentino (Denz. 804): «Iddio non comanda cose impossibili, ma quando comanda ti invita a fare quello che puoi, e a domandare quello che da te non puoi, e ti aiuta affinchè tu possa», Tutti coloro che ascoltano queste parole e le mettono in pratica ricevono abbondantemente la vita; bisogna predicarlo sempre.
Infine bisogna dimostrare che Cristo vuole vivere in noi, che siamo sue membra, e soprattutto nei sacerdoti, affinchè manifestino l'amore di Dio per gli uomini bisognosi di salvezza. Perciò va ricordato in modo particolare che per la sua unione sempre più intima con Cristo, il Sacerdote ogni giorno ed in ogni momento, quando celebra la Messa, quando predica, quando ascolta le confessioni e dirige le anime, deve vivere in modo da essere in tutte le cose un altro Cristo, e un suo degno ministro, non già soltanto un funzionario ecclesiastico: Cristo infatti vuole vivere in lui per la santificazione sua e la salvezza delle anime.
Dalla considerazione di questo soggetto nasce la divisione del contenuto del presente libro. Questo trattato è dedotto dal Corso di Teologia spirituale le cui parti principali furono edite in francese[
4].

DIVISIONE DELL'OPERA

Iª PARTE: FONDAMENTO DOGMATICO:
 
LA DIGNITA DEL SACERDOZIO DI CRISTO
E DEL NOSTRO SACERDOZIO

 

Cap. I.      – Il Sacerdozio di Cristo Salvatore.
Cap. II.     – Il nostro Sacerdozio: carattere e grazia sacramentale.
 
IIª PARTE: LA VITA INTERIORE DEL SACERDOTE.
 

Cap. I.      – La vita di Cristo in noi, sue membra.
Cap. II.     – L'unione del sacerdote con Cristo sacerdote.
Cap. III.    – L'unione del sacerdote con Cristo vittima.
Cap. IV.    – La comunione del sacerdote.
Cap. V.     – I quattro fini del sacrificio e la perfezione sacerdotale.
Cap. VI.    – L'unione del sacerdote con la B. V. Maria.
Cap. VII.   – Gli esempi dei sacerdoti santi.
Cap. VIII.  – Ricapitolazione: eccellenza della santità sacerdotale.
 
IIIª  PARTE : L'ATTIVITÀ DEL SACERDOTE: In tutto deve agire come un altro Cristo, unito a Cristo.
 
Sezione Iª
 Il ministero della predicazione della parola di Dio
 
Cap. I.      – Il modello della predicazione cristiana.
Cap. II.     – La profanazione, della predicazione cristiana.
Cap. III.    – il fine della predicazione cristiana.
Cap. IV.    – L'efficacia della predicazione cristiana.
Cap. V.     – Gli argomenti da trattare nella predicazione e il modo di trattarli.
Cap. VI.    – I vari tipi di predicazione cristiana.
 
Sezione IIª
 Il ministero della confessione e della direzione.
 
Cap. I.      – La cooperazione del sacerdote alla confessione.
Cap. Il.     – La direzione spirituale in generale.
Cap. III.    – La direzione degli incipienti.
Cap. IV.    – La direzione dei proficienti.
Cap. V.     – La direzione dei perfetti.
Cap. VI.    – Il discernimento degli spiriti.


NOTE


[1] La prima edizione latina, della presente opera fu pubblicata nel 1948.
[2] Traduzione italiana presso lo stesso editore (1950).
[3] Alla voce Lamennais, col. 2478-2493, ss.
[4] Il titolo è: Traité de théologie ascétique et mystíque: Les trois áges de la vie intérieure, Parigi, 2 vol. di 641 e 866 pp.


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